Il quadro storico-artistico
L’evoluzione dell’arte in Italia, dal Congresso di Vienna al “dopo Unità”, è complessa e indubbiamente non ai livelli di altri Stati europei.
L’Europa, al tavolo del Congresso di Vienna, vede dei paesi fortemente legati alla loro unità territoriale, consapevoli di essere Stato-Nazione e assolutamente decisi a non perdere il loro ruolo di colonizzatori di cui l’Italia è una reale espressione.
L’essere “colonia” è un dato molto importante per l’ evoluzione dell’arte di un paese, perché, quando non si vive un’autonomia politica, l’espressione artistica tende a rivolgersi al proprio interno e così o riproduce se stessa e gli antichi valori oppure è costretta a riprodurre la cultura dei propri colonizzatori. Per superare una tale situazione critica sono necessarie le “libertà” e, con esse, anchequella artistico-espressiva.
Raffaele Faccioli nasce e cresce culturalmente in un periodo in cui, il senso della libertà è forte e indomito. Infatti, in quegli anni, si incrociano e si evolvono cinque rivoluzioni: con la rivoluzione politica nascono gli stati costituzionali; con quella economica nasce il liberismo; grazie alla rivoluzione sociale la borghesia si propone come classe egemone e prendono corpo quelle che saranno le associazioni dei lavoratori; la rivoluzione territoriale porta all’unificazione degli stati della penisola italica sotto la guida dei Savoia. Si verifica infine una rivoluzione dell’ arte che consiste, sotto l’aspetto istituzionale, nella riforma delle Accademie di belle Arti; sotto quello commerciale, nel cambiamento delle “committenze” e, per quanto riguarda l’espressione artistica nella rivoluzione nel “vero”.
Tralasciando un’analisi delle rivoluzioni politiche, sociali ed economiche di competenza di altre branche del sapere, è importante, come introduzione all’artista Faccioli, dare informazioni, seppur succinte, su quelle che si riferiscono all’arte, avendo ovviamente come riferimento la realtà bolognese. Ciò è stato possibile, prendendo come riferimento i saggi di Alessandra Borgogelli, Renzo Grandi e Claudio Poppi, scritti per il catalogo della mostra “Dall’Accademia al vero. La pittura a Bologna prima e dopo l’Unità” che si svolse nella nostra città nel 1983.
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